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UMANESIMO
CRISTIANO

Declinare i Valori Cristiani nella Società Aperta

Cattivo gusto o malafede?  Strumenti di conoscenza e giudizio

Cattivo gusto o malafede? Strumenti di conoscenza e giudizio

Cattivo gusto o malafede?

Strumenti di conoscenza e giudizio

Ogni evento storico, anche il più banale accadimento quotidiano, può essere analizzato e spiegato utilizzando più categorie di pensiero appartenenti a obbiettivi conoscitivi differenti. In particolare, però, quando gli eventi fuoriescono dalla sfera privata e casalinga e finiscono con il coinvolgere intere categorie o masse di persone, se non l’intera società nei suoi meccanismi di funzionamento, diventando così pubblici, l’unico ambito categoriale da tenere in considerazione è quello politico.

L’errore, che usualmente si compie, è quello di pretendere di spiegare gli eventi e prevederne le conseguenze, utilizzando categorie apparentemente adatte alla conoscenza dell’evento, ma in realtà fuorvianti, utili a dissimulare le vere motivazioni dietro uno schermo di tecnicismi (specialmente giuridici).

E’ ciò che è accaduto e sta accadendo con molti importanti eventi negli ultimi giorni, uno di essi con influenza su scala planetaria, vale a dire la cerimonia di inaugurazione della Olimpiade Parigi 2024.

Le giuste categorie mentali

I commenti critici hanno ruotato intorno alle categorie religiose (blasfemia), morali (indebita esposizione di corpi ed immoralità della esaltazione della diversità LGBTQ+) del buon gusto ed etichetta (commento dell’Avvenire, quotidiano della CEI), del galateo e bon ton (l’incredibile manifestazione di barbara francese cafonaggine e maleducazione istituzionale mostrata da Macron all’asciutto mentre 80 capi di Stato aspettavano sotto la pioggia il passaggio della propria delegazione), e si potrebbe continuare per molto, senza però entrare e sviscerare il nodo vero della questione.

A tal fine soccorrono solo le categorie politiche, poiché per l’impatto mediatico mondiale e lo spessore (?) politico del protagonista, questa inaugurazione non è né un fatto sportivo, né spettacolare, né mondano, ma solo e squisitamente politico.

Anzi, continuare ad analizzarlo, sostenerlo o criticarlo, sotto i punti di vista appena accennati aiuta la strategia politica sottesa, contribuendo a sminuire, minimizzare l’accaduto e, sostanzialmente, nasconderlo agli occhi della gente nella sua dirompente realtà politica.

Qualunque cosa si pensi della filosofia LGBTQ+ (che non è l’argomento della presente riflessione) non sfugge ad alcuno che essa sia la manifestazione di una controcultura che si oppone drasticamente alla cultura e ai valori della società occidentale, brandendo l’arma del politicamente corretto come strumento di lotta alla discriminazione di ogni tipo in nome della libertà individuale.

Gli obbiettivi della rivoluzione LGBTQ+

L’obbiettivo culturale del movimento LGBTQ+ è la modifica radicale della condizione antropologica, la definitiva consacrazione della assoluta soggettività della condizione umana, per cui ciascun individuo è gender a se stesso.

Ognuno può elaborare il modello antropologico che più gli aggrada e scriverci libri ed organizzare convegni. Giova però chiedersi , perché un confronto che dovrebbe essere puramente scientifico e culturale, sia stato trasformato in una violenta diatriba politica, legata alle preferenze sessuali o alle caratteristiche anatomiche o ormonali delle persone. Una diatriba da anni più violenta e invasiva sui mass media di quella legata alle guerre in atto.

La filosofia woke e del politicamente corretto

Per rispondere al quesito dobbiamo allargare la visuale almeno ad un altro fenomeno cultural dei nostri tempi: la filosofia woke e il suo strumento principale, il politicamente corretto in tutte le sue forme. Evitiamo fraintendimenti chiarendo subito  che i due movimenti non sono analoghi, non condividono idee e atteggiamenti, non hanno quasi nulla in comune, quanto a contenuti filosofici, e salva la utilizzazione dei medesimi strumenti del “politicamente corretto” e della demonizzazione di chi si discosta da esso.

Condividono, invece, le intenzioni politiche e la furia iconoclasta nei confronti dei simboli e delle manifestazioni culturali della civiltà occidentale ma soprattutto dei Principi e Valori su cui essa si basa.

Apparentemente, la origine del movimento woke è la presa di coscienza della contraddizione tra i misfatti dei popoli occidentali e i valori, prevalentemente cristiani ma anche appartenenti alla così detta morale laica, da loro condivisi e proclamati. Ciò ha condotto non solo i discendenti delle antiche presunte vittime, ma anche il mondo intellettuale occidentale, ad una sorta di autodafé storica e morale o, per rimanere nel tema della cultura cristiana dominante di cui gli stessi sono pur imbevuti, di sequela confessione, pentimento, contrizione, redenzione. Si tratta di una reazione culturale, che proprio in virtù di quei valori ne ha radicalizzato gli effetti, decontestualizzandoli e destoricizzandoli.

La critica funditus  ai Principi e Valori occidentali e ai relativi modelli di vita muove dalla consapevolezza che essi siano stati per lunghi secoli la base, la spina dorsale e il tesoro spirituale di una civiltà per lunghi secoli dominante, politicamente, culturalmente, militarmente e scientificamente, nel panorama mondiale, con l’inevitabile strascico di oppressione, violenza, guerre e massacri.

Lo strame fatto dei simboli e dei valori cristiani da parte della cultura LGBTQ+, woke, politicamente corretta etc., ciascuna di esse nel proprio ambito di riferimento, non è pienamente comprensibile se persistiamo nell’errore di utilizzare per comprenderne genesi e scopi, categorie sbagliate, segnatamente sociologiche, culturali, morali.

Una analisi alla luce delle categorie politiche

L’ampiezza di tali fenomeni e le conseguenze drastiche che essi hanno nella società occidentale fanno di tutto ciò un fenomeno politico e solo conseguentemente culturale. Ci troviamo dinanzi al rifiuto di tutte le realizzazioni storiche dell’occidente, interpretate sempre in chiave oppressiva e delinquenziale. Ad iniziare dalla visione antropologica basata sulla distinzione binaria uomo/donna, vissuta come indebita costrizione delle tendenze più intime, passando, ad es., alla demonizzazione della scoperta dell’America, in quanto prodromo del massacro dei popoli autoctoni, per giungere al rifiuto delle produzioni culturali inquadrabili teoricamente nei misfatti dell’occidente (“abbasso Cristoforo Colombo”, e abbattiamone le statue, nell’esempio citato, ma anche eliminiamo Shakespeare dai programmi universitari di lingua inglese). Tutto ciò non è comprensibile alla luce delle sole categorie mentali proprie della analisi culturale, ma interrogano viceversa le categorie politiche dell’apprensione e della gestione del Potere in senso assoluto.

L’identificazione storica tra Potere politico (quindi anche scientifico, economico, militare) e la cultura occidentale ha bisogno di una radicale palingenesi per giustificare il passaggio di esso Potere da una classe dirigente ad un’altra. A nessuno degli attivisti woke interessa un bel niente di Shakespeare, né agli attivisti LGBTQ+ di come gode del sesso il suo vicino di casa, salvo a coloro che intuiscono nella contestazione a tutto campo dei contenuti e valori cristiani o shakespeariani lo strumento adatto per scalzare intere generazioni di politici, studiosi manager, per una sostituzione funditus della classe dirigente mondiale e degli stili di vita. Così come il radicale rivolgimento del modello antropologico serve allo scopo di denigrare, sminuire e infine negare i valori cristiani sostituendoli con una visione relativista che, giustamente, Benedetto XVI considerava il vero ed esiziale male del mondo.

Siamo in guerra

Si tratta di una vera guerra mondiale combattuta con le idee e non con le bombe atomiche che, nella intenzione di chi l’ha scatenata, deve condurre alla debellatio di un intero mondo delle idee e alla sostituzione con un sistema totalitario, illiberale e antidemocratico. Anzi la parola d’ordine è: la democrazia è finita.

Una rigenerazione globale, proprio come è accaduto (in una direzione morale e politica del tutto opposta, almeno ad occidente) alla fine dei due conflitti totali di cui l’Europa è stata oggetto.

Tra gli obbiettivi primari del conflitto è quindi la cultura cristiana che, anche se può non piacere, è l’anima e l’origine di quella cultura occidentale, anzi possiamo dire che è essa stessa la cultura occidentale.

Gli utili sciocchi

Un esempio, esiziale a lungo andare, dell’errore di prospettiva nel giudicare e analizzare i movimenti radicali di cui stiamo parlando, è dato dalla reazione di molti cattolici che ritengono di dovere essere accoglienti e tolleranti nel nome di Cristo, e che quindi al massimo stigmatizzano il cattivo gusto dell’Ultima Cena queer.

Parlare solo di cattivo gusto  limitandosi a questa analisi parziale dei contenuti, significa non avere compreso nulla della gravità dei tempi e della pericolosità di un movimento palingenetico in grado di nuocere al cristianesimo, e alla nostra civiltà, in maniera irreversibile. Oppure significa non ricordare che il Cristiano è sempre chiamato a testimoniare il Verbo anche quando ciò è scomodo, nocivo, pericoloso.

In ogni caso essi agevolano involontariamente il “nemico”, dimenticandosi i doveri del cristiano, giacchè sta scritto: (Mt. 10, 16-18) 16 Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. 17 Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri, e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, 18 E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili.”

Ed anche: (Gv. 2, 15) “15 Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio” .

Ma soprattutto: (Mc. 9,42) 42 Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare”.

Vero è che la Chiesa è affidata allo Spirito Santo e non agli uomini, ma è anche vero che lo Spirito Santo agisce nella storia non come il maghetto Harry Potter, con la bacchetta magica, ma attraverso gli uomini che Egli, lo Spirito, illumina nella loro missione di testimoni della Fede

Già da tempo i fedeli sono disorientati. Sarebbe opportuno che vi fosse un richiamo forte da parte dei nostri Pastori ai Principi e Valori racchiusi nel depositum fidei , per illuminare le nostre menti confuse.

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