Cosa significa “fare politica?
Umanesimo Cristiano è, come noto, una associazione culturale apartitica.
Essa, cioè, non è collegata a nessun partito, non ne sostiene alcuno, né è sostenuta da alcuno.
Dobbiamo però chiarire che spesso il termine “politica” è malamente inteso, confondendolo con una adesione al programma di questo o quel partito, e quindi con lo schierarsi ad ogni costo a sua difesa.
In verità tutti “facciamo politica” le volte in cui aderiamo a una visione ampia e generale della società conforme ai nostri Principi inderogabili e Valori fondamentali, prima ancora di condividere o rifiutare le “politiche concrete” che ciascun partito persegue, vale a dire gli strumenti e le soluzioni che ciascuno di essi propone per i problemi del Paese o del nostro Comune.
Soprattutto nella politica locale comunale, spesso nei programmi elettorali dei vari partiti sono contemplate proposte concrete uguali, magari esposte con parole diverse, perché spessissimo per risolvere un problema vi è una sola soluzione tecnica. Altre volte, invece, le soluzioni sono più d’una, e quindi i programmi si differenziano proprio perché ciascun partito ne privilegia una piuttosto che altre, sotto un profilo squisitamente tecnico e operativo.
Entrare nel merito di queste scelte è, propriamente, occuparsi di politica, la quale è principalmente l’arte di risolvere i problemi della società. Ma è anche vero che spesso la scelta del partito discende non tanto da una valutazione sulla efficienza della soluzione prescelta, quanto da una impostazione generale e da Principi, Valori e ideologie cui il partito aderisce, direi quasi dalla visione filosofica della società sua propria.
La scelta di un partito in base ai programmi – Le controindicazioni
Scegliere un partito piuttosto che un altro sulla base delle proposte programmatiche concrete è questione che non coinvolge quel rapporto tra politica e morale cui abbiamo dedicato tante delle nostre riflessioni. Non è infrequente che, a livello comunale, ciascuno di noi condivida soluzioni tecniche riguardanti ad esempio il traffico, la raccolta dei rifiuti etc., proposte da un partito del quale invece non condividiamo l’orientamento in generale. Ed è per questo motivo che spesso i risultati elettorali per il rinnovo del Parlamento sono diversi dalla sommatoria dei risultati delle elezioni amministrative, ed è per questo che i politologi insistono sulla impossibilità di confrontarle utilmente.
Ma allo stesso tempo, quella che può apparire una scelta innocua basata sul pragmatismo, si rivela il viatico per una presa di potere più preoccupante.
Una associazione culturale che non intenda legarsi ad alcun partito non ha quindi molto da osservare sui programmi elettorali specie locali, dovendosi piuttosto concentrare sui Principi, sui Valori e sulle visioni etiche e morali che tali programmi danno per presupposte. In tal caso è prioritario che si possa discutere sui Principi e Valori a monte che orientano le scelte concrete e che orienteranno anche altre scelte, non illustrate nel programma proposto per le elezioni e, in generale, anche tutte le politiche successive di quel partito.
La scelta giusta: Principi e Valori
Sui Principi e Valori di cui i partiti sono portatori, di là dalle proposte concrete, dobbiamo, quindi, essere molto puntuali e critici, perché essi sono lo specchio del retroterra culturale di ciascun partito, del suo modo di intendere la società nel suo complesso e, soprattutto, della etica e della morale sottese a questa visione.
Non culliamoci, quindi, nella illusione che sia sufficiente comparare le promesse elettorali per compiere una scelta conforme ai nostri Valori.
Ricordiamoci di guardare la luna e non il dito che la indica.
Il prossimo fine settimana (3 e 4 ottobre) si terranno le elezioni amministrative per il rinnovo dei consigli comunali di 1.154 comuni per un totale di 11.772.063 elettori su 47.160.244, pari al, quindi il 25% circa del corpo elettorale. Con la riserva sopra esposta, esse saranno un test molto più affidabile dei sondaggi, ma spetta a tutti quanti noi, con il nostro voto, contribuire a scattare una fotografia attendibile del consenso generale nei confronti dei due schieramenti principali, centro destra e centro sinistra, oltre che imprimere alla vita delle nostre realtà territoriali una direzione conforme ai Valori in cui crediamo.
Nella valutazione propriamente politica, cioè circa l’adesione a soluzioni concrete per la nostra città, ciascuno è arbitro sovrano, perché certo non coinvolge l’etica o la morale comportamentale il preferire un certo piano del traffico rispetto ad altro o la costruzione dei termovalorizzatori rispetto allo smaltimento differenziato etc.
Nella valutazione, però, dei Principi e Valori di fondo cui le coalizioni si ispirano occorre invece utilizzare quel discernimento, quella analisi consapevole e quella prudenza cui accennavo sopra.
In questo caso, soprattutto per noi cristiani e cattolici che viviamo nel mondo ma non siamo di questo mondo, è un dovere morale bilanciare il giudizio sule cose concretamente proposte con l’ispirazione etica, morale e valoriale del partito o della coalizione che le propone.
In questo senso, ciascuno di noi si occupa di politica, e in questo senso Umanesimo Cristiano è apartitico, ma non apolitico.
Ognuno è libero di compiere questa analisi comparativa tra concretezza e Principi e Valori, ma occorre ricordare che quando anche le proposte concrete siano le più affascinanti, allettanti e condivisibili, ma la scelta per il partito che le propone voglia dire affidare l’intera società a un partito o a una coalizione che non garantisce in generale il rispetto dei nostri Principi e Valori etici, morali e religiosi, la nostra scelta per il pragmatico alla lunga risulterà dannosa ed eticamente sbagliata. La concretezza e le buone idee funzionano, in tal caso, come un cavallo di Troia, illudendoci della affidabilità e bontà di chi, invece, persegue obbiettivi generali ed è guidato da Principi etici e Valori del tutto incompatibili con l’etica cristiana.
Siamo attenti ai Principi e Valori cui si ispirano i partiti – Il caso dei partiti di centro sinistra
Da questo punto di vista Umanesimo Cristiano invita a valutare con attenzione l’orientamento generale delle coalizioni in campo e soprattutto delle forze di centro sinistra. Di là dai programmi locali accattivanti, occorre prendere atto che le posizioni da tali forze espresse in sede nazionale sono inconciliabili con i Valori non negoziabili del messaggio cristiano. Basti pensare alla proposta di legge Zan, all’adesione al matrimonio tra omosessuali, alle proposte sulla adozione da parte di coppie omosessuali; all’attacco alla famiglia naturale fondata sul matrimonio; alla proposta del “genitore 1” e “genitore 2” invece che padre e madre; al rifiuto del riconoscimento nella costituzione europea delle comuni radici giudaico cristiane; all’attacco alla scuola confessionale, non solo cattolica; alle posizioni sulla eutanasia e sul fine vita; all’insistenza ricorrente su un presunto “diritto assoluto di aborto” anziché omicidio autorizzato; alla abolizione del Presepe e del Natale nelle scuole; all’allontanamento del Crocefisso dalle aule, e si potrebbe continuare se lo spazio non fosse tiranno. Tutto ciò è dimostrazioni di una profonda cesura tra la filosofia politica che costituisce la base delle forze di centrosinistra e i Principi e Valori della nostra Fede.
Non solo, la stessa impostazione propria del centro sinistra e dei partiti che la compongono, circa uno Stato autoritario che conosce solo divieti e punizioni, osando approfittare della pandemia per stravolgere le libertà fondamentali, pur nella contrarietà quasi unanime dei giuristi, per la estrema pericolosità di questo precedente antidemocratico; interventista sino a conculcare la libertà d’impresa; assistenziale fino alla deresponsabilizzazione dei cittadini; onnipresente fino al totalitarismo, è del tutto in opposizione a una visione liberale e libertaria del popolo, quel popolo, si badi, che è allo stesso tempo popolo del Mondo e popolo di Dio.
La Libertà come Valore fondamentale del Cristianesimo
Vorrei ricordare qui le parole di J. Ratzinger (non ancora diventato uno dei più grandi Pontefici della storia) nella prefazione al bel saggio di Marcello Pera “Perché dobbiamo dirci cristiani” del 2008: “Il liberalismo è congenere del cristianesimo”. Non si ha adesione ai Valori del Vangelo se non aderendo anche alla concezione della libertà responsabile come bene supremo dell’individuo, che significa soprattutto responsabilità personale così nella vita spirituale e religiosa, come in quella materiale.
L’auspicio che formula Umanesimo Cristiano è che nella valutazione e comparazione tra Principi e Valori dei partiti e le loro proposte concrete, i primi rivestano appieno la dovuta priorità.