Papa Francesco , in visita alla camera ardente del Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, ha omaggiato la salma, ma, come è stato osservato e commentato in tutto il mondo, non ha fatto il Segno della Croce.
Non sono un teologo ma come la stragrande maggioranza degli italiani ho avuto un'educazione cattolica, che tra Parrocchia , Oratorio e scuola dai Salesiani mi aveva cresciuto in alcune certezze, una delle quali era quella di contestare il cosiddetto "rispetto umano", se in contrasto con la manifestazione pubblica della Fede.
Sin da bambini, infatti, ci venivano ripetuto il Vangelo di Luca 9/26 "Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il figlio dell' Uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli Angeli Santi " e quello di Marco 16/20 "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura."
Questo messaggio venne preso molto sul serio e Pietro e Paolo ed uno stuolo di Santi lo testimoniarono sino al martirio.
Perpetua e Felicita, una padrona ed una schiava, subirono la stessa sorte a Cartagine durante la persecuzione di Diocleziano, semplicemente perché si rifiutarono di bruciare un granello d'incenso all' Imperatore.
Se lo avessero fatto, invece di essere sbranate nel circo dalle belve, nessuno le avrebbe disturbate nella professione della loro Fede, una volta accertato che con quel gesto avevano riconosciuto che prima veniva l' Imperatore.
Passati secoli, Papa Francesco nella Udienza Generale del 18 aprile 2018 ha ripetuto che il Segno della Croce é ancora fondamentale: "La Croce è il distintivo che manifesta chi siamo, il nostro parlare, pensare, guardare, operare sotto il segno della Croce, ossia dell' amore di Gesù sino alla fine." , e ancora "Fare il segno della Croce quando ci svegliamo, prima dei pasti, davanti ad un pericolo, a difesa contro il male, la sera prima di dormire, significa dire a noi stessi ed agli altri a chi apparteniamo, chi vogliamo essere ".
Qui allora i casi sono due: o tutto quello che mi hanno insegnato, e la Chiesa ha mantenuto fermo nei secoli, nasce da fraintendimenti delle fonti della Fede o mistificazioni della storia delle persecuzioni, oppure è in corso una radicale rilettura di quegli avvenimenti alla luce di nuove priorità e nuove interpretazioni di quelle fonti, seppur genuine.
Mi piacerebbe avere allora una interpretazione autentica del mancato segno della Croce pur partecipando il Papa ad una cerimonia laica, anche perché il famoso "Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (Matteo 22/21), secondo tutti i commentatori vale per il rigoroso rispetto delle leggi dello Stato ma non per il mistero della morte che fa esclamare a Pietro (Giovanni 6/60 )" Signore da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna." e fa distinguere a Sant'Agostino la Città degli Uomini dalla Città di Dio.
Sen. Avv. Carlo Giovanardi